Come rispondere agli scettici, riduzionisti e negazionisti della crisi climatica?
Confusione tra meteo e clima, riscrittura della storia del clima: dietro a delle apparenze, qualche volta accademiche e scientifiche, c’è chi nega la realtà del riscaldamento globale indotto dall’uomo. Si moltiplicano le affermazioni errate, in una tendenza preoccupante a ridimensionare la crisi climatica, le sue cause ed effetti o, in una nuova espressione del negazionismo climatico, ci si rassegna dicendo che non c’è più nulla da fare. Ecco alcune risposte ed argomentazioni utili di fronte ad alcune delle affermazioni più comuni avanzate dagli scettici sul clima, da una comunicazione manipolata, disinformata o semplicemente superficiale.
Per non rimanere spiazzati di fronte a tanta spregiudicata ignoranza o pseudo-informazione!
I fenomeni di freddo estremo provano che non c’è il riscaldamento globale FALSO
La tesi
Secondo gli scettici sul clima, episodi di grande freddo che si abbattono su alcune regioni della Terra, come la tormenta su Los Angeles del febbraio 2023, contraddicono invece la tesi del riscaldamento globale indotto dall’uomo.
Perché è falsa
Questa tesi si basa sulla confusione molto comune tra meteo e clima: mentre il primo tratta l’evoluzione dei fenomeni atmosferici nel breve periodo e locali, il secondo si occupa dell’evoluzione nel lungo periodo di tutti i fenomeni meteorologici e atmosferici che si verificano in un lasso di tempo molto più lungo. Se fa freddo un giorno o una settimana, questo non comporta che in media il mese, l’anno o il decennio siano stati più caldi dei procedenti.
I fenomeni di grande freddo possono essere invece causati dal riscaldamento globale. La fusione delle superfici ghiacciate e della calotta polare modificano la circolazione dell’aria polare che si allontana dai poli.
Il tema dà l’assist anche per affrontare il tema del cambiamento climatico, un fenomeno complesso che sarebbe più corretto chiamare squilibrio climatico. Questo comporta una serie di reazioni a catena e punti di non ritorno, dove ciò che succede nelle regioni Artiche ha un impatto sugli episodi metereologici estremi in altre regioni della Terra.
Uno studio apparso su Science nel 2021 mostra i dettagli di questo meccanismo. Secondo un processo complesso, la modifica dell’estensione del ghiaccio estivo artico e della temperatura dell’oceano al Polo Nord, comporta una modifica alla traiettoria delle correnti a getto polare attuali. In conseguenza l’aria glaciale, che generalmente era circoscritta sopra la calotta Artica, ora si configura in una corrente ovale che scende verso le zone temperate dell’emisfero nord, causando degli eventi come le tormente di neve in Texas o le nevicate in Arabia Saudita del 2022. Il cambiamento dell’Artico, che si sta scaldando a una velocità doppia rispetto ad altre regioni, è probabile che sia causa di una catena di fenomeni denominati “perturbazione/interruzione del vortice stratosferico artico” che ha come conseguenza dei periodi di freddo estremo alle medie latitudini nell’emisfero nord.
Livelli di CO₂ molto elevati sono già stati registrati nella storia della Terra NON PERTINENTE
“Ci troviamo a un livello storico di anidride carbonica tra i più bassi nella storia della Terra”, sostiene una teoria dell’ Heartland Institute, un’organizzazione americana scettica sul clima e sostenuta dalla compagnia petrolifera ESSO.
440 milioni di anni fa, quando eravamo immersi in un periodo freddo, c’erano emissioni 1100% superiori al livello attuale. L’aumento attuale della CO₂ rispetto al periodo preindustriale, sarebbe una cosa da poco.

Perché la tesi è ingannevole
La tesi confronta dati che non sono comparabili. Il sistema climatico della Terra durante le glaciazioni dell’era Paleozoica non era lo stesso di ora.
La forma dei continenti, gli oceani, le dinamiche climatiche, flora e fauna, avevano poco a che fare con la vita attuale sulla Terra. Il Sole era meno luminoso, ma la radiazione solare era catturata da emissioni naturali di anidride carbonica più elevate emesse da attività vulcanica.
In aggiunta le scale temporali sono diverse. Il riscaldamento climatico attuale si caratterizza per la rapidità con cui la concentrazione di anidride carbonica aumenta. È stato sufficiente un secolo per raggiungere un livello della CO₂ mai visto da più di 3 milioni di anni. Ora è la crescita rapida che inquieta gli scienziati del clima.
Il cambiamento climatico attuale dipende da variazioni dell’attività solare FALSO
Questa teoria, uno dei cavalli di battaglia degli scettici sul clima che cambia, è in voga dalla fine degli anni ‘90. Ha perso validità scientifica da quando è stato dimostrato che si basava su dati errati.
La tesi
Secondo alcuni, esisterebbe una correlazione tra l’aumento dell’attività solare e l’aumento delle temperature terrestri attuali, causato dai campi magnetici solari e la formazione di nuvole.
Perché è falsa
Questa tesi si basa sul fatto che esiste una correlazione tra temperature terrestri e attività solare. Gli articoli di un geofisico danese, all’origine di questa tesi, si basano su alcune manipolazioni di dati fisici, come è stata dimostrato da un altro ricercatore danese, Peter Laut e come è stato confermato da molti studi scientifici. Gli stessi dati utilizzati in modo corretto hanno mostrato che non c’è un legame tra attività solare e l’aumento recente delle temperature. In aggiunta, da circa 60 anni l’attività solare si sta indebolendo, mentre le temperature sono sempre più elevate.
I record di calore sono dovuti a un cambiamento nelle misurazioni FALSO
Si tratta di un’errata interpretazione di una pubblicazione dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), che non ha cambiato il metodo di misurazione e non è responsabile di certificare se i record di temperatura sono stati di recente superati, compito che è invece attribuito all’Organizzazione Meteorologica Mondiale.
La tesi
L’affermazione, che proviene dal Climate Science Journal, un’organizzazione britannica con posizioni scettiche sul cambiamento climatico, sostiene che i record di temperatura di recente evidenziati dalle immagini satellitari dell’ESA dipendono dal fatto che lo stesso Ente ha cominciato a misurare le temperature della superficie terrestre e non quelle dell’aria a 2 metri. Pertanto non si tratterebbe di temperature record ma di un cambiamento nel metodo di misurazione.
Perché è falsa
L’ESA negli ultimi anni ha diffuso immagini satellitari, tra cui un’animazione creata utilizzando i dati del radiometro del satellite. Questa ha mostrato la temperatura della superficie terrestre in Italia nel luglio 2023. Sulle pendici dell’Etna in Sicilia e in Puglia, le temperature superficiali hanno superato i 47 gradi.

In realtà non c’è stato un cambio di metodo e l’ESA ha sottolineato la differenza tra la temperatura dell’aria e la temperatura della superficie terrestre. La temperatura dell’aria, indicata nelle previsioni del tempo giornaliere, è una misura della temperatura dell’aria al di sopra del suolo. La temperatura della superficie è invece una misura di quanto sia calda la superficie reale al tatto.
I fenomeni naturali generano più anidride carbonica dell’umanità FALSO
La tesi
Secondo questa tesi, l’anidride carbonica in atmosfera viene emessa principalmente da vulcani e incendi naturali. A dimostrazione che l’uomo non sarebbe la causa principale del riscaldamento globale e sarebbe responsabile solo del 3% delle emissioni di gas serra, sono citati i dati di questo profilo Twitter, secondo i quali il 97% delle emissioni sarebbero di origine naturale.
Perché è ingannevole
Lontano da eventi spettacolari come le eruzioni vulcaniche, è impossibile distinguere se le emissioni di CO₂ sono di origine naturale o no. Se da un lato ci sono apparecchi e strumentazione in grado di misurare la concentrazione di CO₂ nell’atmosfera con estrema precisione, dall’altro ci ricorda Guido Levrini, responsabile del settore spaziale nell’ambito del Programma Copernicus dell’ESA, non ci sono sistemi in grado di fare distinzione tra la CO₂ generata dall’uomo e quella emessa da eventi naturali.
Secondo un ampio studio condotto nel 2019 dal Deep Carbon Observatory e confermato da altri lavori scientifici, i vulcani emettono ogni anno 100 volte meno gas a effetto serra delle attività antropiche. In aggiunta certamente oceani ed ecosistemi terrestri emettono del carbonio sotto varie forme, ma lo assorbono anche in enormi quantità. Le foreste e gli oceani sono peraltro responsabili dell’assorbimento rispettivamente del 29% e del 24% delle emissioni di origini antropica.
Quanto all’idea che il cambiamento climatico contemporaneo sia legato a cause naturali, è contraddetta dai dati scientifici: l’attività del Sole è piuttosto rallentata dagli anni ’60, per cui in ogni caso la Terra dovrebbe essersi raffreddata in modo molto significativo. In verità, le misurazioni mostrano il contrario: da cinquant’anni le temperature sono in aumento man mano che la CO₂ si concentra nell’atmosfera.
Pertanto mettere sullo stesso piano le emissioni naturali con quelle di origine antropica e un’evidente manipolazione
Le temperature sulla Terra sono sempre variate nel corso della storia INGANNEVOLE
Il clima della Terra è cambiato nel corso della storia. Solo negli ultimi 800.000 anni, ci sono stati otto cicli di ere glaciali e periodi più caldi, con la fine dell’ultima era glaciale circa 11.700 anni fa
La tesi
Chi nega il riscaldamento globale sostiene che le variazioni di temperatura non sono una novità nella storia del pianeta e sono dovute a cause naturali. Ci sono state infatti delle fluttuazioni nel clima terrestre nella storia del pianeta, per molte ragioni, legate a modifiche nella quantità di energia solare ricevuta per variazioni molto piccole nell’orbita terrestre e dell’attività del Sole, alla deriva dei continenti o anche all’attività vulcanica. Queste variazioni si verificano nel corso di un lungo periodo, su una scala di diverse decine di migliaia di anni.
Perché è ingannevole
Sebbene il clima della Terra sia cambiato nel corso della sua storia, l’attuale riscaldamento si sta verificando a un ritmo mai visto negli ultimi 10.000 anni.
L’origine antropica del riscaldamento globale non è più oggetto di dibattito tra gli esperti. Più di duecento organizzazioni scientifiche di tutto il mondo condividono questa analisi, dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, alla Nasa e all’European Science Foundation, comprese le Accademie delle Scienze francese, russa, cinese, coreana e persino quella islamica.
Il livello di consenso sull’origine antropica del cambiamento climatico ha addirittura il consenso sulla base di 11.602 articoli scientifici sottoposti a revisione paritaria.
“È inequivocabile che l’influenza umana abbia riscaldato l’atmosfera, l’oceano e la terra”, riassume il rapporto 2021 del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC). Gli scienziati dell’IPCC spiegano in dettaglio che esiste “una relazione quasi lineare tra le emissioni cumulative di CO₂ di origine antropica e il riscaldamento globale che causano”. Concretamente, secondo la stima ritenuta più attendibile, ogni “fetta” di 1.000 gigatonnellate di CO₂ provoca un innalzamento di circa 0,45 gradi Celsius sulla superficie del globo.
Un verdetto basato su prove, non su opinioni, sottolinea la Nasa.
È troppo tardi per porre un freno al riscaldamento globale FALSO
Gli esseri umani hanno già causato importanti cambiamenti climatici e noi ne abbiamo messi in moto altri ancora. Tuttavia, se smettessimo di emettere gas serra oggi, l’aumento delle temperature globali inizierebbe ad attenuarsi entro pochi anni. Le temperature poi si stabilizzerebbero ma rimarrebbero ben elevate per molti, molti secoli. C’è un intervallo di tempo tra ciò che facciamo e quando si percepiscono gli effetti, ma quell’intervallo è inferiore a un decennio.
Mentre gli effetti delle attività umane sul clima terrestre fino ad oggi sono irreversibili sulla scala temporale degli esseri umani che vivono oggi, ogni piccolo aumento futuro della temperatura evitato si traduce in un minore riscaldamento che altrimenti persisterebbe essenzialmente per sempre. I benefici derivanti dalla riduzione delle emissioni di gas serra si verificano nello stesso arco temporale delle decisioni politiche che portano a tali riduzioni.
Senza un’azione importante per ridurre le emissioni, la temperatura globale è sulla buona strada per aumentare da 2,5°C a 4,5°C (da 4,5°F a 8°F) entro il 2100, secondo le ultime stime.
Ma potrebbe non essere troppo tardi per evitare o limitare alcuni dei peggiori effetti del cambiamento climatico.
La risposta al cambiamento climatico comporterà un approccio a due livelli:
Mitigazione: riduzione del flusso di gas serra nell’atmosfera
Adattamento: imparare a convivere e ad adattarsi al cambiamento climatico che è già stato messo in moto.
Le emissioni di gas serra dell’Italia sono ininfluenti su scala globale INGANNEVOLE
La tesi
Secondo alcuni politici, l’Italia ha un impatto così limitato sulle emissioni di gas serra globali che non varrebbe la pena adottare ambiziose politiche climatiche e di decarbonizzazione. Per loro, è una priorità che la Cina e l’India riducano le emissioni.
Perché è ingannevole
È vero che, in senso stretto, l’Italia nel 2022 produceva lo 0,73% delle emissioni globali di gas serra. Si tratta tuttavia di una statistica cruda che ha poco significato e maschera la responsabilità, passata e presente, dell’Italia nell’accumulo di gas serra nell’atmosfera: l’Italia è attualmente il quarto paese europeo per emissioni climalteranti con un peso dell’11%, dopo Germania, Francia e Polonia.
Inoltre oltre alla responsabilità storica nella produzione di gas serra, esiste una responsabilità accertata dell’Italia nell’importazione e nel consumo di prodotti che causano deforestazione. L’Italia è infatti un tradizionale importatore di materie prime a rischio di deforestazione: non solo legname, ma anche carne di manzo, soia, olio di palma, caffè, cacao, cuoio.
L’Italia è tra i 6 paesi europei con maggiore responsabilità nel consumo di prodotti che causano deforestazione. Carne, pellami e legno sono “commodities” importate in Italia con il maggiore impatto in termini di deforestazione, pari nel 2021 a 10.000 ettari solo da tre paesi: Brasile, Repubblica Democratica del Congo e Federazione Russa.
In conclusione, far fronte a una pletora di riduzionisti, negazionisti e clima-scettici non è sempre un’impresa facile, richiede energia e una certa prontezza nella risposta, ma soprattutto, purtroppo, ancora distoglie l’attenzione da azioni urgenti e necessarie di mitigazione e adattamento.